lunedì 24 ottobre 2011

TapSense, il futuro del touchscreen distinguerà i diversi tipi di input?



Se anche voi come i ricercatori del Carnegie Mellon University’s Human-Computer Interaction Institute pensate che i touchscreen di adesso, specialmente quelli montati su dispositivi di piccole dimensioni come gli smartphone, siano interessanti ma anche un po’ limitanti, allora questo progetto potrebbe interessarvi.

Basato sul fatto che su schermi piccoli l’utilizzo dei polpastrelli (negli schermi capacitivi o delle unghie in quelli resistivi) come veicolo di input per touchscreen è limitato dal poco spazio a disposizione e che quindi le funzionalità legate al touch rimangono conseguentemente altrettanto limitate, il progetto TapSense cerca di trovare una nuova via, che allarghi gli orizzonti e le possibilità effettivamente ampie della tecnologia touchscreen.

TapSense permette infatti di interagire con una superficie touch utilizzando diverse parti del corpo oppure diversi stilo, dando la possibilità al dispositivo di riconoscere di che oggetto o di che parte umana si tratta e quindi di agire di conseguenza: le potenzialità insite in un sistema del genere sono numerosissime, non ultima la possibilità di configurare e personalizzare le funzionalità e l’interazione con il dispositivo, assegnando a ogni parte del corpo o a ogni stilo riconosciuto dallo smartphone, appunto un compito differente, e aumentandone così l’usabilità.

Nel video di TapSense, che rimane per ora un prototipo e che utilizza un microfono esterno per riconoscere le differenti pressioni, possiamo vedere all’opera non solo polpastrelli, ma anche unghie, nocche, diversi pennini; lo scenario che si spalanca davanti a tali possibilità è allettante, ma rimangono da superare sicuramente due problemi: il primo riguarda l’utilizzo del microfono esterno, sicuramente non comodo; il secondo è la velocità di risposta, che come si può notare dal video, non è molto elevata. Chi pensa, tuttavia, che questa possa essere la strada del futuro per il touchscreen??

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