mercoledì 17 ottobre 2012

Ex dipendenti di Nokia formano una start up. E lanciano un nuovo smartphone

La voce, prima della sempre autorevole indiscrezione pubblicata oggi nell'edizione online del Wall Street Journal, risale a luglio. E dava notizia della nascita di una start up finlandese, Jolla, fondata da alcuni ex dipendenti di Nokia e focalizzata sullo sviluppo di una nuova linea di smartphone. La particolarità del sodalizio riguardava la piattaforma software scelta per tentare l'avventura nei telefonini intelligenti, e cioè MeeGo, il sistema operativo open source creato in joint venture dalla stessa Nokia e da Intel nel 2010 e finito a bordo di un unico terminale del produttore, la serie N9.
Perchè MeeGo, al pari di Symbian, sia stato messo completamente da parte nel 2011 è noto – leggi l'alleanza con Microsoft per l'adozione di Windows Phone – mentre più nell'ombra è rimasta l'idea di qualche ingegnere fuoriuscito da Nokia di non buttare alle ortiche il lavoro di mesi di laboratorio (con il beneplacito della casa finlandese, che ha dato il via libera all'uso della piattaforma) con vista su telefoni, tablet e anche televisori. Ora, come riporta il quotidiano finanziario americano, il lancio di uno smartphone targato Jolla perde i connotati di curiosa ipotesi e assume quelli di progetto concreto. Con alle spalle capitali – circa 200 milioni di euro – raccolti qua e là da non identificati aziende appartenenti all'industria mobile (c'è di mezzo a quanto pare anche un operatore telco) e a quella dei chip e dei termianli.
Il nuovo device, scrive il Wsj, verrà lanciato il mese prossimo ma sul conto delle sue caratteristiche tecniche permane ancora totale riserbo. Interessanti, per contro, le parole rilasciate pubblicamente da Jussi Hurmola, il Chief Executive Officer di Jolla, secondo cui diversi produttori di telefonini sono in cerca di serie alternative ad Android anche in relazione all'offensiva legale scatenata contro il software di Google da parte di Apple. La piattaforma Sailfish" (pesce vela), di fatto una versione riadattata di MeeGo che almeno fino alla primavera 2013 sarà offerta a produttori e service provider a costo zero, nasce "immune" da qualsiasi rischio di violazione di proprietà intellettuale per il semplice motivo, argutamente evidenziato da Hurmola, che "il software è coperto da brevetti".
La start up, nel frattempo, sta cercando di insediare un proprio centro di ricerca e sviluppo sia ad Hong Kong che in Cina e ha fissato come ulteriore obiettivo finanziario quello di rastrellare fra gli investitori altri 50 milioni di euro entro i prossimi sei mesi. Lo stesso Ceo di Jolla non ha escluso la possibilità di un collocamento in Borsa e ha fatto intendere come nel modello di business della piccola compagnia ci sia, accanto a quella delle licenze della propria piattaforma, anche la voce "mobile advertising".

[Fonte: il Sole 24 ore]

martedì 16 ottobre 2012

Twitter: obiettivo video-hosting


Twitter starebbe per entrare nel mondo del video-hosting. Secondo quanto riportato da AllThingsD, lo staff di Jack Dorsey sarebbe al lavoro su una soluzione che consentirà agli utenti di caricare i video direttamente dall’applicazione ufficiale per smartphone e tablet. Addio dunque all’uso dei servizi di hosting come Yfrog, TwitVid e Vodpod.
La notizia non è stata confermata in via ufficiale ma, proprio in queste ore, Twitter avrebbe anche acquistato Vine, una startup con sede a New York e specializzata proprio nel settore del video-hosting. Oggi, grazie al servizio offerto dalla piattaforma di microblogging, gli utenti possono condividere in maniera del tutto semplice le fotografie allegandole ai tweet, e poter allegare anche un video sembra essere il passo successivo più logico. Vi sarebbero comunque alcuni problemi tecnici da superare e tale novità potrebbe non debuttare a breve, così come sottolineato da TechCrunch:
Su servizi come Facebook e Google+ si possono già condividere i video, ma il punto è che lì potete scegliere a chi mostrare quel contenuto. Su Twitter ci sono solo due opzioni: pubblico o privato. Questo significa che le persone sceglieranno di condividere o meno in base a questa limitazione.
Bisognerà anche vedere se l’acquisizione di Vine verrà confermata in via ufficiale: la piattaforma di video-hosting di tale startup newyorkese non è ancora stata lanciata pubblicamente e dunque c’è chi sul Web dimostra scetticismo sulle potenzialità della stessa. V’è però da dire che Twitter potrebbe aver acquistato Vine non tanto per la propria soluzione, quanto perché potrebbe esser interessato ai fondatori della startup,Dominik Hofmann e Colin Kroll.
Fonte: [webnews.it]