martedì 25 ottobre 2011

Il padre di iTunes alla guida del progetto della TV Apple?



Il progetto di TV Apple non sarebbe soltanto un sogno di Steve Jobs ma all'interno dell'azienda di Cupertino si starebbe già lavorando da tempo con la guida di un personaggio poco noto al pubblico ma fondamentale per la storia di Apple: Jeff Robbin, la mente dietro iTunes.

È Jeff Robbin, il padre di iTunes ovvero il più prezioso e strategico degli assetti digitali di Apple, a guidare il gruppo che sta sviluppando il sistema operativo e l’interfaccia della Tv con il marchio della mela morsicata. Almeno questo è quello che sostiene Bloomberg.com in una servizio giornalistico pubblicato questa notte.

Robbin è probabilmente il dirigente Apple con il più sfavorevole rapporto tra notorietà e importanza all’interno del gruppo al vertice di Cupertino. Pur senza incarichi “top” nel corso della sua carriera iniziata nel 2000 ha inciso al pari di figure come Tony Fadell e Ave Tevanian sull’attuale architettura del mondo dei dispositivi digitali e dei computer; ha contribuito a costruire l’iPod dal punto di vista software e soprattutto ha trasformato SoundJam, l’applicazione che Apple aveva acquistato da Casady&Green in iTunes. 

Nel corso degli anni successivi ha dato corso a tutte le implementazioni di iTunes trasformandolo da un semplice riproduttore di musica nella spina dorsale della strategia digitale di Apple. Robbin era considerato da Jobs talmente fondamentale che per la paura che qualche azienda concorrente tentasse di sottrarne i servigi all’azienda, che consentì a Time Magazine di intervistarlo solo a patto che non ne fosse rivelato il nome. Fu sempre Robbin, assieme ad altri manager, a convincere Jobs a portare iTunes su Windows dando la spinta finale al successo di iPod.

Secondo Bloomberg ora toccherebbe ancora a Robbin guidare verso le fabbriche e poi verso la casa dei clienti la televisione che Jobs ha immaginato come «il più dispositivo con l’interfaccia più semplice che si possa immaginare». L’aspetto più complicato, in ogni caso, non sarà probabilmente però quello di creare una interfaccia semplice da usare, ma trovare un sistema per costruire intorno alla ipotetica televisione un sistema che possa condurre al suo successo; ben difficilmente Apple si limiterà a concorrere con Samsung, LG o Sony nella produzione di un dispositivo elettronico ma cercherà di fare una TV che in realtà, come iPod o iPhone, è un vettore di contenuti gestiti direttamente in base ad alleanze strategiche siano essi i titolari dei diritti digitali di film, musica, video, telefilm, che sviluppatori di applicazioni e giochi. E questo, con tutte le implicazioni che sono facili da intuire in chiave internazionale e normativa, è lo scoglio più grande verso quei due milioni o quasi di apparecchi TV venduti che il mercato si è già affrettato stimare.

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