venerdì 4 novembre 2011

Urban9mm, poligono virtuale



Niente più sagome a cui sparare: la nuova frontiera dei poligoni di tiro è quella dei laser e delle immagini proiettate

La porta d'ingresso di Urban9mm non ha nulla di speciale, come l'atrio su cui si affaccia. Suoni il campanello, ti aprono e due passi più tardi hai cambiato mondo: accanto al banco della reception ci sono i 32 monitor delle telecamere di sicurezza da un lato e il metal detector dall'altro. L'ambiente è spartano e i 5mila metri quadri della struttura non si concedono un fronzolo che sia uno. 

È qui che incontro Davide Padovan, ex alpino, ex art director in pubblicità, ora ideatore e fondatore di Urban9mm (che ha aperto i battenti a febbraio di quest'anno). 

Davide racconta che tutto è iniziato da un'indagine di mercato: aveva il sentore che in Italia un poligono virtuale avesse delle potenzialità commerciali e le tecniche d'analisi rodate in pubblicità gli hanno confermato che effettivamente era così. 

Il passo successivo è stato volare negli Stati Uniti, dove già esistono una manciata di realtà simili. I rappresentanti delle forze dell'ordine statunitensi hanno infatti verificato che l'addestramento presso i tradizionali poligoni non è la soluzione migliore per preparare all'azione sul campo. Un conto è sparare a delle sagome, stando comodamente all'interno della propria cabina e prendendosi tutto il tempo necessario per far fuoco; discorso completamente diverso è trovarsi in una situazione di pericolo, dovendo distinguere chi è armato da chi non lo è e vedendosi puntare addosso un'arma dal cattivo di turno. Catapultati nella realtà, molti tutori dell'ordine si trovano impreparati e spesso pagano con la vita la loro esitazione. 

La soluzione sperimentata negli USA è stata di scritturare degli attori e una troupe per realizzare filmati ad hoc. All'interno di un poligono virtuale ti ritrovi al buio, mentre sulla parete di fronte a te scorrono, ad esempio, immagini di studenti universitari che fuggono da un'aula nella quale un ragazzo armato ha sparato al docente. La telecamera entra nell'aula, incrocia i fuggitivi, avanza di alcuni passi e tu devi distinguere l'aggressore prima che questi ti spari. Se non fai in tempo, lo schermo diventa nero e capisci che i suoi colpi sono stati più veloci e precisi dei tuoi. 

Fra le mani hai riproduzioni in tutto e per tutto identiche alle armi vere, per peso, forma, dimensione e rinculo (ottenuto grazie all'aria compressa). Il computer è anche in grado di simulare le condizioni atmosferiche e la loro influenza sulla traiettoria del proiettile, fattore importante quando si opera all'aria aperta. Non ti ritrovi con una tormenta che ti scompiglia i capelli, ma sai che la tormenta c'è e se non aggiusti di conseguenza il tiro il colpo non sarà preciso come vorresti. 

Trasferendo l'idea in Italia, Davide Padovan ha deciso di allargare l'offerta.

I membri della polizia e dell'esercito restano gli utenti di riferimento, e sono benvenute le persone che frequentano i poligoni tradizionali pur senza appartenere alle forze dell'ordine, ma c'è anche spazio per coloro che magari hanno affrontato orde di nemici in un videogame e mai hanno impugnato davvero un'arma. 

In questo caso cambia la filosofia: al poligono non vai per addestrarti, ma per divertirti, e di conseguenza puoi utilizzare armi senza rinculo (più semplici) e al posto di affrontare terroristi o criminali te la vedi con attori truccati da zombie che si muovono tra le rovine di un castello e che ti sparano addosso. È questa la sfida che ho affrontato direttamente, insieme a un collega, scoprendo che i primi due livelli sono stati più che sufficienti per farmi sforacchiare alla grande. Un'umiliazione. 

Davide Padovan ci tiene molto a sottolineare l'importanza dell'aspetto ludico. Il suo poligono non vuole essere il rifugio degli esaltati ( "Noi siamo un'associazione e abbiamo modo di filtrare l'accesso alla nostra struttura") ed è aperto a tutti ( "Per assurdo, trovo un coinvolgimento maggiore da parte delle donne"). In linea con questa filosofia c'è un progetto legato al team building e rivolto alle aziende, senza contare la possibilità di tenersi in forma attraverso il CrossFit, cioè un sistema di allenamento mutuato da quello dei corpi speciali, ma modulabile secondo le proprie capacità. 

Per il momento Urban9mm è solo a Milano, in via Riccardo Lombardi 19/10, ma Padovan ha già in mente un modello di franchising. Più gente è pronta per l'apocalisse zombie (che prima o poi arriverà di sicuro), meglio è.

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