Berlino - Si chiama OM-Copter ed è destinato a cambiare il modo di girare di piccoli e grandi film. Se fino ad oggi le riprese aree o dall’alto venivano realizzate soprattutto con gru ed elicotteri, d’ora in poi non ci saranno limitazioni agli spostamenti della macchina da presa, né inquadrature disturbate da ombre o vento destinate ad essere ripulite in post produzione, sempre che il film se lo possa permettere. La soluzione è nell’innovativo drone volante messo a punto dall’OM Studios di Berlino che, con la neonata cinepresa digitale ad altissima definizione Red Epic Camera, toglie di mezzo molti dei soliti impedimenti fisici (e anche di budget) che da sempre condizionano il modo di girare film e documentari.
Ci siamo recati agli OM Studios a conoscere dal vivo questa creazione di cui, per ora, è stato realizzato un solo modello. "La struttura dell’OM-Copter è simile a quella di un elicottero in miniatura", spiega il progettatore Stefan Müller, 24, laureato in fotografia, ma con una passione per l’ingegneria. Le otto eliche, di circa 20 centimetri ciascuna, sono montate su altrettante braccia per un diametro totale di circa un metro di circonferenza. Nella parte inferiore è predisposto un apposito vano orientabile per la macchina da presa”. Per realizzarlo Müller si è chiuso in studio da aprile a settembre, non appena la Red Epic è stata presentata sul mercato. “Sono partito dai modelli messi a punto dalla MikroKopter e da lì ho sviluppato l’odierno OM-Copter. Fondamentale però è stata la Red Epic. Con una normale videocamera digitale si dovrebbero sempre montare le luci sul set e quel che si guadagnerebbe con la mobilità del drone, lo si perderebbe in termini di nitidezza. I 5k offerti dalla Red Epic rendono invece il set totalmente inquadrabile e, assieme all’agilità dell’ottocottero, ogni zoom è possibile. Riusciamo a raggiungere fino a 150 metri d’altezza senza perdere in qualità fino a 100 metri di distanza”.
Oltre la qualità dell’immagine, la Red Epic è stata fondamentale per lo sviluppo dell’OM-Copter anche per il suo peso: “I suoi tre chilogrammi permettono una manovrabilità pressoché totale sia del drone che della macchina da presa stessa”.
Per far funzionare l’OM-Copter sono necessari due telecomandi: uno manovra il drone, l’altro la Red Epic alloggiata al suo interno. La maneggevolezza è impressionante. Fino ad oggi, la guida del drone è sempre stata nelle mani del suo creatore, appena tornato dal set del film tedesco Das Leben ist nichts für Feiglinge. “Con l’OM-Copter ho finalmente la possibilità di calcare i set dei film, la mia grande passione. I cameramen che ho incontrato finora sono stati più curiosi che preoccupati. Sanno che in futuro potrebbero dovere imparare anche loro a manovrare questo strumento”.
È solo da un paio di settimane che l’OM Copter è stato messo a punto.
" Ci hanno già contattato la BBC per un progetto che vogliono portare avanti in Giappone e la National Geographic per un documentario in Arizona”, aggiunge il supervisore degli effetti speciali Timor Kardum. “È una vera e propria rivoluzione. Oltre alle ragioni qualitative - sarà ancora più semplice e spettacolare realizzare i piani sequenza - a spingere verso l'adozione dell'ottocottero ci sono anche delle ragioni di costo. L’affitto di una gru o di un elicottero sono normalmente molto superiori ai 4mila e 700 euro al giorno necessari per l’OM-Copter". Sono più brevi anche i tempi di ripresa, visto che con l’OM-Copter si può girare continuamente senza necessità di rimontare ogni volta il set daccapo e risente pochissimo di eventuali folate di vento.
È possibile migliorare l’OM-Copter o questa è una versione definitiva?
“Stiamo lavorando per renderlo ancora più leggero e stabile, anche se siamo già a livelli altissimi, e per una versione che renda possibili anche le riprese in 3D. La Red Epic è attualmente utilizzata in molte delle produzioni ad alto budget della prossima stagione cinematografica, da Hobbit al nuovo Spiderman. Il nostro obiettivo è di arrivare ad un prodotto che possa essere utilizzato anche sui set di film d'intrattenimento che utilizzano sempre più le tre dimensioni. Stiamo inoltre cercando di aumentare l’autonomia della batteria del drone, ora di circa 6 minuti in volo, e di ottimizzare la sua modalità di atterraggio. È un’apparecchiatura molto costosa e dobbiamo cercare di minimizzare i rischi di un suo possibile danneggiamento in caso di imprevisti”.
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