mercoledì 2 novembre 2011

I prezzi dei dischi fissi aumentano dal 40% al 90% in USA


I prezzi dei dischi fissi stanno registrando incrementi compresi tra il 40% fino al 90% presso alcuni dei principali venditori online e anche nei negozi negli Stati Uniti. Il balzo dei prezzi non sembra però dovuto alla chiusura degli stabilimenti in Thailandia, colpita da una immensa alluvione, quanto dalla corsa agli acquisti da parte degli utenti.
Nel giro di un paio di giorni i prezzi di alcuni dischi fissi negli Stati Uniti sono aumentati considerevolmente, in alcuni casi il prezzo di una unità da 2TB tradizionale è addirittura raddoppiato. L'incremento dei prezzi dei dischi fissi non è stato rilevato da una ricerca di mercato estesa ma da una rapida consultazione realizzata dal sito InfoWorld interrogando i sistemi di alcuni dei più importanti rivenditori online statunitensi e anche il prezzo disponibili presso alcuni negozi fisici. Da qui è emerso che una unità Seagate Barracuda prima proposta a 92 dollari, dopo il weekend era disponibile solo per 165 dollari online oppure a 140 dollari nei negozi. Un altro esempio è rappresentato dal Western Digital Caviar che dai precedenti 110 dollari è aumentato a ben 210 dollari, praticamente un balzo di oltre il 90%. 

L'incremento rilevato nei prezzi è compreso tra il 40% fino al 90%: le percentuali sono considerevoli e superiori alle peggior previsioni degli scorsi giorni: ricordiamo che il possibile aumento era stato previsto subito dopo le notizie della devastante alluvione che ha colpito la Thailandia, in particolare la zona di Bang-Pa in cui si trovano gli stabilimenti di Western Digital, Toshiba ma anche di altri importanti marchi e società che realizzano dischi fissi e componenti per questo mercato. 

Sembra però che la tragedia della Thailandia e lo stop obbligatorio alla produzione locale non sia alla base della impennata dei prezzi in corso in USA. I costruttori più importanti come Western Digital e Toshiba hanno incrementato la produzione in altri stabilimenti, Seagate non ha alcun impianto nelle zone colpite dall'alluvione, mentre le scorte presenti tra canale e magazzini sono solitamente sufficienti per soddisfare la domanda del mercato per circa 8 settimane. Per tutte queste ragioni il balzo sembra per il momento generato dalla corsa agli acquisti, alimentata anche dagli allarmi lanciati da analisti e media. Per il momento non è chiaro chi stia beneficiando di questa situazione tra costruttori, distributori o rivenditori, mentre a pagarne il prezzo per il momento sono i singoli utenti costretti ad acquistare una unità HD proprio in questo momento delicato o gli operatori che stanno facendo scorte per evitare di rimanere sprovvisti di dischi fissi. 

Per quanto riguarda l'Italia nel momento in cui scriviamo i prezzi dei dischi fissi non sembrano aver subito incrementi di sorta ne tanto meno nelle percentuali osservate in USA ma è molto probabile che il balzo dei prezzi arriverà anche nel nostro Paese se la situazione in USA non cambierà a breve.


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