giovedì 3 novembre 2011

In crescita i tablet clonati e contraffatti



Internet offre canali promozionali istantanei dove si nascondono organizzazioni che mirano a fare concorrenza ai marchi più noti all’avvicinarsi della stagione dello shopping natalizio. Una società specializzata nella protezione dei marchi ha identificato migliaia di annunci riguardanti tablet clonati, oggetto di contraffazioni sospette o venduti sul mercato grigio.

MarkMonitor, società specializzata nel campo della protezione dei marchi aziendali, ha pubblicato un’edizione speciale del Brandjacking Index, dedicato ai tablet. In un solo giorno, la società ha scoperto oltre 23.000 annunci riguardanti tablet clonati, oggetto di contraffazioni sospette o venduti sul mercato grigio, nonché oltre 6.600 siti abusivi di cybersquatting che generano oltre 75 milioni di visite all’anno.

Per preparare questo rapporto, l’azienda ha preso in esame cinque marchi di tablet nel corso di un singolo giorno durante il terzo trimestre del 2011 e ha passato in rassegna gli annunci che li promuovevano ottenuti da 23 marketplace online B2B (Business to Business) e B2C (Business to Consumer). MarketMonitor ha inoltre utilizzato Alexa e i dati di registrazione del dominio per identificare siti abusivi di cybersquatting e il traffico da loro generato. 

Il settore della vendita di tablet online è in espansione e i pirati di marchi stanno traendo ampi profitti a scapito dei consumatori che sono alla ricerca di occasioni. In base all’esame dei 23.000 annunci di mercato sospetti, MarkMonitor ha identificato tre categorie: prodotti clonati, contraffazioni sospette e mercato grigio. Sono stati inoltre identificati 15 produttori di tablet clonati e quasi 8.000 singoli venditori, compresi 766 venditori all’ingrosso di tablet di sospetta contraffazione.

In quasi il 20% dei casi, l’annuncio utilizzava termini protetti da marchio per fare in modo che i consumatori alla ricerca di prodotti originali ottenessero risultati dove i tablet clonati apparissero accanto a quelli originali. Per gli articoli di sospetta contraffazione sono state invece spesso utilizzate tecniche diverse dall’uso di termini protetti da marchio per creare un’associazione con i marchi legittimi e contemporaneamente evitare di essere scoperti e di subire azioni legali da parte delle case produttrici di prodotti originali.

Un metodo di uso comune consiste nell’utilizzo di fotografie dei prodotti di marchio originali negli annunci senza citare il marchio e, in alcuni casi, sfuocando il nome del marchio nelle foto. Un altro metodo consiste nell’utilizzo del termine ‘OEM’ nell’annuncio per suggerire che il tablet fa parte di una serie che non è stata autorizzata da una casa produttrice legittima. Un altro indizio che potrebbe trattarsi di una possibile contraffazione è il periodo di disponibilità del prodotto. Ventisei rivenditori all’ingrosso di tablet di contraffazione sospetta offrivano i loro prodotti fino a un mese prima del periodo di effettiva disponibilità del prodotto. Questi tablet erano normalmente venduti a un prezzo inferiore di circa il 50% al prezzo dei prodotti originali.

Per quanto riguarda il mercato grigio invece, i rivenditori avevano fissato il prezzo dei prodotti originali ad un livello più alto rispetto a quello dei canali autorizzati, con prezzi che in media erano superiori del 15% al prezzo al dettaglio raccomandato dalla casa produttrice e, in alcuni casi, quasi del 50% superiore in aree geografiche dove i prodotti originali non erano ancora disponibili.

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