Giunge al termine il lungo “viaggio” dell’equipaggio del Mars500, l’esperimento russo-europeo (ESA e IBMP, Istituto per i Problemi Biomedici) cominciato 17 mesi fa a Mosca, che aveva l’intento di simulare un viaggio umano su Marte, ricreando l’ambiente ristretto in cui gli astronauti in rotta verso il pianeta rosso dovrebbero vivere.
Per 520 giorni, infatti, a partire dal 3 giugno 2010, sei “cosmonauti” sono stati rinchiusi in una struttura che riproduce gli spazi di un’astronave, includendo un modulo per l’atterraggio su Marte in un’area attrezzata che simula la superficie del pianeta, situata all’interno dell’Istituto per i Problemi Biomedici a Mosca. Obiettivo della ricerca è stato quello di analizzare l’impatto di una prolungata reclusione (come quella che comporta una missione reale per Marte) su fisico e psiche dell’equipaggio.
“L’esplorazione di Marte da parte dell’uomo pone una serie di sfide particolarmente rilevanti” ha commentato con soddisfazione il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Enrico Saggese, sottolineando come Mars500 consenta di valutare ”la sopravvivenza degli astronauti a un viaggio in cui sono continuamente bersaglio da parte dei raggi cosmici; la capacità degli astronauti di intraprendere attività sotto gravità marziana dopo un viaggio di circa otto mesi in assenza di gravità e in ultimo, e non meno importante, la possibilità di un volo autonomo dal punto di vista delle risorse di cibo, aria, acqua e capacità di convivenza in spazi limitati di equipaggi relativamente numerosi”.
Prima dell’apertura del simulatore, avvenuta alle 11 di venerdì 4 novembre, sono stati tolti dal portello i due sigilli e lo spago con cui era stato chiuso il 3 giugno 2010 e tutti i membri dell’equipaggio, composto da Diego Urbina, dal francese Romain Charles, dai russi Alexandr Smoleevskiy, Alexey Sitev, Sukhrob Kamolov, e dal cinese Wang Yue sono usciti sorridendo e salutando dalla finta ‘astronave’.

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