L’Electronic Frontier Foundation ha chiesto ufficialmente ad Amazon di spiegare la maniera con cui Silk, il browser del Kindle Fire, gestisce la privacy degli utenti.
La preoccupazione è sorta dal metodo con cui carica le pagine web, deviandone i componenti e facendoli passare attraverso i server nella nube di Amazon allo scopo di ridurre il peso dell’operazione per l’utente finale. Questa soluzione, molto simile a quella che Opera Mini implementa da anni, è finita sotto al mirino degli avvocati della privacy.
La domanda della EFF è molto semplice: “Amazon traccia i dati degli utenti quando fa passare attraverso i propri server tutto il loro traffico?”.
La risposta della corporation è stata che prima di tutto la navigazione cloud è opzionale e può essere disattivata. In secondo luogo, il traffico SSL non è mai passato attraverso i suoi server ed è trasferito direttamente sul tablet. Per il resto, Amazon sostiene di immagazzinare URL, timestamp ed un singolo “token”, ovverosia un dato che identifica come unica la sessione.
In base a queste esternazioni di Amazon, la EEF si è detta soddisfatta delle misure prese per proteggere la privacy degli utenti, anche se manifesta preoccupazione per la conservazione degli URL visitati.
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